Otto giorni dopo venne Gesù (Gv 20,26)

Gesù risorto crea attorno a sé una comunità in cui i credenti sono “un cuor solo e un’anima sola” (1a lettura), dona quella fede e quell’amore che rendono figli di Dio e vincono il mondo.

Se la morte del Maestro aveva portato sconforto e delusione, l’esperienza della sua risurrezione e della vitalità e verità delle sue parole, capovolsero decisamente la situazione. È il Risorto in persona che irrompe nel chiuso della loro paura, superando ogni ostacolo, frantumando ogni barriera (v. 19). Il ritorno di Gesù risorto e l’incontro con lui, significano riconquistare la pace, la gioia e ricevere lo Spirito Santo. E con questi, i discepoli riscoprono il mandato missionario e il proprio compito di liberare il mondo dal peccato. La riscoperta di tutti questi valori, il ritorno all’entusiasmo: questo furono le apparizioni di Gesù risorto tra i suoi: risurrezione anche per i discepoli.

Il vangelo odierno ci dona anche una indicazione temporale della “venuta” del Risorto in mezzo ai suoi: “la sera di quel giorno” e “otto giorni dopo”. È indicato il ritmo settimanale: quello di domenica in domenica.

Per la maggioranza dei cristiani è necessario che questo ritmo diventi una priorità, se vogliamo che la nostra fede, che pure è grazia, diventi significativa per la nostra vita. È urgente che l’incontro domenicale attorno alla duplice mensa della Parola e del Pane eucaristico diventi un’esigenza del cuore, capace di dare forma cristiana alla nostra vita, che talvolta tende al qualunquismo. L’incontro con il Risorto nella sua comunità darà uno stile che piano piano faremo nostro. E sarà lo stile della prima comunità cristiana che con semplicità, ma decisione, ha cambiato questo mondo.

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