Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio (Mc 16,19)

L’intento della festa odierna è di presentare la fine della presenza visibile del Cristo nel nostro mondo e la sua nuova forma di presenza al mondo tramite la missione e la testimonianza affidate ai suoi (vangelo). La conclusione della convivenza di Cristo con i suoi non significa né partenza dal mondo, né assenza dalla vita umana. È solo l’inizio di un nuovo modo di essere presente. Per Gesù Risorto l’ascensione è un traguardo raggiunto, per noi ancora un cammino da fare; un continuo cammino verso Dio, che attuiamo nell’incontro e nella disponibilità al fratello: la stessa strada di Gesù.

Gli undici vedono salire Gesù al cielo, ma questo non li rattrista. Infatti non lo perdono, ma egli diventa il Signore della storia, che li accompagna dovunque ed agisce in mezzo a loro attraverso il suo Spirito. Salire al cielo allora non vuol dire abbandonare la terra. Al contrario, solo ora Gesù può offrire la sua presenza e il suo amore veramente a tutti. Egli continua a visitare la nostra terra facendole dono della sua luce, della sua forza, della sua verità, continuando ad inviare lo Spirito Santo promesso agli apostoli.

Come possiamo tenere in cuore e mettere in pratica questa parola? Innanzitutto, se il fatto della glorificazione di Gesù apre alla speranza, la certezza della sua presenza dona il coraggio dell’impegno: nel luogo dove viviamo, con le persone che incontriamo. E il nostro impegno è a servizio del mondo intero: quindi cuore grande per orizzonti ampi. Attraverso le parole e le opere, nelle scelte di ogni giorno, con uno stile nuovo di vita.

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