Oggi ho una giornata libera. Ho tanti programmi in testa. Fra tutti si fa strada un’idea: se approfittassi per visitare dei conoscenti e comunicare anche a loro la scoperta che ha cambiato la mia vita?

Decido di andare a trovare due mie amiche suore. Sono in istituti diversi, distanze grandi le separano l’una dall’altra.

Vado prima da una. La trovo un po’ indaffarata, ma è felice di rivedermi. Stiamo insieme a parlare di cose varie e al di là delle parole cerco di trasmetterle il mio tesoro. Il tempo lungo della nostra conversazione sembra essersi concentrato in pochi attimi, eppure sono passate due ore!

Mi accingo a salutarla e lei, trattenendomi un istante e prendendomi da parte quasi a confidarmi un segreto, mi dice: «Sai, quando sei arrivata stavo pensando come fare a comunicare alla superiora una mia decisione. Non sono contenta in questo periodo e ho quasi deciso di provare a lasciare il convento. In questo momento però non ho problemi, mi è ritornata la gioia e ho preso un’altra decisione: vado dalla superiora, sì, ma per dirle il problema risolto, la crisi superata. Non so come, ma so che questa mattina, attraverso te, è passato il Signore!».

Riprendo la macchina con un’inspiegabile gioia dentro. Dopo il lungo viaggio, eccomi a bussare alla porta della seconda suora. La trovo intenta ad assolvere le solite faccende domestiche, ma è evidente in lei un certo disagio. Dal suo volto traspare un certo nonsoché che mi lascia perplessa. Comincio a parlare ma, stavolta, non di cose varie. La gioia che ho dentro vorrebbe che anche lei fosse contenta. Così le parlo un po’ della mia vita, della scoperta di Dio-Amore fatta tempo addietro, dell’esperienza fatta con l’altra suora qualche ora prima. La mia interlocutrice mi guarda, mi ascolta attenta e, pian piano, vedo comparire sul suo viso un bel sorriso.

Adesso è lei che mi racconta e mi dice che quella mattina aveva capito di aver sbagliato strada, che non era quella la sua vocazione. «Le tue parole serene – mi dice – ora mi fanno vedere in modo diverso la situazione. Voglio provare anch’io, voglio sperimentare anch’io quella gioia che mi ha colpita quando sei entrata. Vale anche per me quel “cur non ego?”, “perché non anch’io?”, letto non so dove».

La saluto, adesso posso andare tranquilla.

Ho come l’impressione che questa mia giornata abbia il sapore di una missione.

J.A. – Brasile