Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede… (Gv 6,11)

La liberazione dalla carestia, dall’indigenza e dalla fame si rivela nel pane di uno condiviso tra tutti (1a lettura e vangelo). La Parola di Dio diviene salvezza per tutti quando e perché ottiene la condivisione dei beni. Gesù è “pane di vita” dell’uomo perché stimola a quella solidarietà – unità (2alettura) che sola può salvare. Questo il messaggio, e il miracolo, che oggi la liturgia della parola ci propone.

Moltissima gente segue Gesù, colpita dai segni che egli compie sugli infermi. Ma si tratta di una sequela interessata all’immediato. Gesù rivolge a Filippo una domanda, che ricorda l’eterna fame dell’uomo e suggerisce di saziarla. Filippo risponde in termini prettamente umani di soldi. Analoga impossibilità di soluzione è la proposta di Andrea, che con il buon senso fa presente il poco pane e pesce di un ragazzino. Nel contempo, però, Andrea comincia a prospettare una logica di condivisione, che la potenza di Gesù trasformerà in cibo sovrabbondante. Il ragazzo diventa il simbolo di ogni cristiano, anche il più semplice, chiamato a condividere.

E perché condividere? “Qualcuno mi ha detto che non si azzarderebbe a toccare un lebbroso neppure per un milione di dollari. Neppure io lo farei; neppure non per uno ma neanche per due milioni di dollari. Invece lo faccio gratuitamente, per amore di Dio” (santa Madre Teresa di Calcutta). Ed è bello farlo nel rendimento di grazie perché quello che sono e quello che possiedo se lo tengo per me non serve a nessuno; se lo metto in circolo giova a me e agli altri.

Il Signore chiede anche a noi oggi i cinque pani e i due pesci. Impariamo a darli con gioiaper la vita dell’intera umanità.

Scarica Camminiamo Insieme del 29 luglio 2018