Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna (Gv 6,68)

La vita dell’uomo è una scelta continua: tra bene e male, tra speranza e disperazione, tra fede e incredulità. Per tutti arriva il momento della crisi, della scelta. Avvenne per gli Israeliti nel trapasso ad una condizione esistenziale nuova (1a lettura); avvenne per i discepoli di Gesù di fronte al “discorso sul pane” (vangelo); avviene oggi per ogni cristiano che partecipa alla messa.

Il vangelo presenta un chiaro appello alla scelta: quella che hanno fatto i discepoli dopo il discorso eucaristico. Essi trovano il messaggio di Gesù “duro” da intendere (v 60), per cui molti scelgono di abbandonarlo. I dodici invece, anche se non comprendono tutto con chiarezza, decidono di restare col Maestro. La risposta di Pietro è una risposta di fede. Egli decide di restare e lo fa rappresentando gli apostoli. Pietro proclama: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (vv 68. 69).

Credere e conoscere non indicano tanto una relazione intellettuale, ma una comunione intima di vita; appunto una scelta. Nella settimana che ci sta davanti ripetiamo, almeno qualche volta, questa espressione di Pietro: “Tu, Signore, hai parole di vita eterna”. Ripetiamola non solo per noi, per rafforzare la nostra fede e la nostra scelta di Gesù. Proviamo ripeterla anche per qualcuno che conosciamo e che ha qualche difficoltà di fede. E questo non per ignorare la sua libertà di scelta, ma perché ci sentiamo un corpo, una famiglia.

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