Trascurando il comandamento di Dio,

voi osservate la tradizione degli uomini (Mc 7,8)

Di fronte alle leggi umane e alle tradizioni religiose o sociali, che tendono a diventare un assoluto (1a lettura e vangelo), Gesù sottolinea il primato della volontà divina e indica nel valore interiore della coscienza la radice del comportamento umano, il criterio della moralità.

Le letture odierne invitano a meditare sul valore e la funzione dei comandamenti di Dio. Essi hanno lo scopo di esprimere la volontà divina nei confronti dell’uomo. Impegnano nella misura in cui sanno interpretare la volontà di Dio. Ma l’uomo è sempre tentato di barricarsi di fronte ai comandamenti di Dio, di non osservarli; sia dispensandosi dalla ricerca, da un continuo approfondimento; sia limitandosi ad una semplice osservanza esteriore; sia contrapponendoli alle tradizioni umane o mettendoli sullo stesso piano.

Gesù contesta tutto questo nell’odierno brano evangelico. Agli scribi e farisei, preoccupati di fare osservare la “tradizione degli antichi” spesso in contrasto con le più vere esigenze del comandamento di Dio (v 8), egli rinfaccia il loro formalismo, il loro conformismo: la loro ipocrisia. È la volontà di Dio che deve stare al primo posto e al di sopra di ogni tradizione umana.

Una volontà di Dio conosciuta nell’ascolto attento e amoroso della sua Parola. Perché non è la correttezza esteriore che conta, ma l’intenzione del cuore, la scelta della coscienza, illuminata dalla Parola di Dio. Dio vuole un confronto diretto con la sua Parola, vuole che lo ascoltiamo nell’intimo della coscienza.

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