Ci eravamo appena trasferiti in una casa nuova con una sala da pranzo piuttosto grande. Il nostro tavolino e le quattro sedie sembravano perdersi, ma era tutto quello che avevamo. Nell’altra stanza, abbiamo sistemato una piccola cucina.
Un giorno mia moglie mi disse che aveva saputo di una famiglia che aveva bisogno di mobilia per la sala da pranzo. La sua immediata e logica conclusione fu che dal momento che noi avevamo due sets, uno per la cucina e uno per la sala da pranzo, e loro nessuno, noi avremmo potuto dare loro quello per la saletta da pranzo. “Poi sarà vuota”, risposi io. “Comunque è l’arredo sbagliato per quella stanza”, lei concluse, “e noi non la useremo mai”. Io le dissi che era fuori questione. Lei non ha più menzionato la cosa, ma io sapevo cosa pensava.
Ho messo da parte l’argomento, o dovrei dire, ho provato. Alcuni giorni dopo, non riuscivo a pensare che a questa famiglia. Trovavo persino difficile a concentrarmi sul lavoro. La voce della mia coscienza mi tormentava. In fondo al cuore ho avvertito che Dio mi stava chiedendo di dare la sala da pranzo, ma io continuavo a resistere. Più cercavo di ignorare l’idea, più forte diventava, fino al punto di non avere più pace. Ho portato loro la mobilia, ho dato una mano a sistemarla nella loro casa ed era perfetta per lo spazio che avevano. Quando li ho salutati, ho sentito una gioia che non avevo mai sperimentato prima.
Pochi giorni dopo abbiamo ricevuto una chiamata da un parente che ci chiedeva se noi conoscevamo qualcuno che aveva bisogno di una sala da pranzo completa di tavolo, sei sedie, una scaffalatura ed una credenza. L’amore di Dio personale onestamente mi ha strabiliato…
Rose Marie e Leon De Maille