Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo (Mc 12,30.31)

I comandamenti del Signore sono tutti da osservare, perché è in questo modo che amiamo Dio con la dovuta totalità dello spirito (1a lettura). Però ce n’è uno che riassume tutti gli altri e la cui osservanza garantisce l’adempimento di ogni legge: è il comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo (Vangelo). Poiché Cristo l’ha realizzato pienamente, “offrendo se stesso”, è diventato il sacerdote perfetto, che può salvare quanti si rivolgono a lui (2a lettura).

“Qual è il primo di tutti i comandamenti?” (v 28). La domanda che lo scriba rivolge a Gesù non è per nulla strana e inutile, se si pensa alla molteplicità dei comandamenti lasciati da Mosè al popolo israelita (613), senza dire delle altre leggi introdotte dalla “tradizione”. La risposta di Gesù è chiara: indica nell’amore, che ha la duplice direzione: Dio e l’uomo, il primo e il più importante comandamento. La novità della risposta di Gesù sta nell’aver unito in modo inscindibile l’amore di Dio e l’amore del prossimo, in modo che non esiste l’uno senza l’altro; in modo che il secondo sia l’espressione e la verifica della verità e della profondità del primo.

Amare Dio: non significa preoccuparsi di Lui, come se avesse bisogno dell’interessamento umano, ma stabilire un rapporto personale di figlio con Lui. E questo rapporto con Dio porta necessariamente all’incontro con il fratello, perché Dio ha voluto abitare in esso.

Amare il prossimo non è questione di sentimenti o di emozioni. È camminare insieme, è dare una mano, un ascolto, condividere, farsi compagni… è incoraggiare, aiutare chi è nel bisogno, è accogliere e mille altre sfaccettature che possono dire: qui c’è un cuore che ama.

Scarica Camminiamo Insieme del 4 novembre 2018