Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti (Mc 13,27)

Ci avviamo ormai alla conclusione dell’anno liturgico e giustamente la liturgia invita a riflettere sulle ultime realtà, sulla fine della storia e del mondo, quando si compirà in modo definitivo quella salvezza che ora possediamo solo nella speranza. Essa verrà inaugurata dal ritorno del Signore che radunerà gli eletti (vangelo); ritorno che è un giudizio, in cui verrà fatta quella giustizia che ancora non c’è (1a lettura).

Marco, l’evangelista, ci dice che i tempi ultimi verranno aperti dal ritorno del Signore. Egli verrà “con grande potenza e gloria” (v 26) e “radunerà i suoi eletti dai quattro venti” (v 27). Per Marco si tratta di tranquillizzare una comunità spaventata. Nessuna tribolazione deve spaventare: perché dopo di essa, e nonostante tutto, gli eletti verranno salvati. Occorre essere costanti, non cedere: la salvezza verrà data in modo pieno e definitivo a quanti già fin d’ora si orientano decisamente al bene. “Per mezzo del Figlio…, fatto uomo per noi, hai raccolto (o Padre) tutte le genti nell’unità della Chiesa”, così preghiamo nella preghiera eucaristica.

Gesù è venuto su questa terra a ricomporre l’unità della famiglia umana. Se questo ha fatto Gesù, ora tocca a noi lavorare in questa direzione: ogni uomo è mio fratello, nessuno mi è estraneo. Papa san Giovanni XXIII ci ricordava che è molto più quello che ci unisce che quello che ci divide dagli altri. Facciamo della nostra vita, con tutto quello che la compone, un cammino verso la fraternità universale. Nel luogo dove viviamo diamo il nostro contributo a “formare di tutti una sola famiglia”.

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