Io e mia moglie venivamo da una educazione cristiana tradizionale. E tutta la nostra esperienza di vita cristiana si è fermata al tempo della Cresima. Comunque, quando è venuto il momento di sposarci, poi abbiamo deciso di farlo in chiesa.

I primi anni di matrimonio sono stati un po’ difficili. Ci volevamo bene, ma il nostro rapporto non era profondo. Sorgevano continue liti e incomprensioni. Un giorno, tornando a casa, trovai mia moglie che piangeva disperata. Bisognava fare qualcosa, e allora ci siamo detti: “Perché non proviamo ad andare in chiesa”. E abbiamo così cominciato a frequentare la chiesa-negozio: un piccolo locale, con gente che si accalcava e tanti bambini fin sotto l’altare. Per la prima volta, lì abbiamo sentito dire che Dio è Amore, che ci ama personalmente, che ci accetta così come siamo, non è nascosto da qualche parte, ma vuole essere qui tra noi, e se ci amiamo nel suo nome, egli si fa presente. E questo può avvenire non soltanto in chiesa, ma ovunque, anche in famiglia.

Domenica dopo domenica, queste parole ci sono sembrate più vere, perché vedevamo che la gente si voleva bene ed era contenta. Stavamo scoprendo un volto nuovo della Chiesa, e così siamo entrati a far parte del “gruppo della Parola di Vita”. Poi abbiamo conosciuto altri gruppi parrocchiali che stavano facendo la nostra stessa esperienza, e ci siamo resi conto che dietro quella vita c’era tutto un popolo nuovo, del quale ora anche noi facciamo parte.

F. e D.