27 gennaio 2019 – 3ª domenica t. ord.

Neemia 8,2-4a.5-6.8-10 / 1Corinzi 12,12-30 / Luca 1,1-4; 4,14-21

Oggi si è compiuta questa Scrittura (Lc 4,21)

La parola di Dio proclamata al popolo rappresenta il contenuto essenziale dell’odierna liturgia. Esdra organizza la comunità ebraica mediante l’annuncio della legge di Dio (1a lettura); Gesù dà inizio alla sua attività pubblica commentando la Sacra Scrittura (vangelo). La parola di Dio ha preso corpo in Cristo e si esplica ora nei carismi, che sono dati alla comunità dei credenti (2a lettura). Il Dio che amiamo e nel quale crediamo non è un dio muto. È un Dio vivente, che parla alla sua creatura. Egli si è rivelato nei modi più svariati.

Ma è soprattutto in Gesù che la parola di Dio prende corpo e si rivolge all’uomo; da scrittura o semplice parola diventa persona. Gesù inaugura la sua attività pubblica con il lieto annuncio, fatto ai concittadini di Nazareth (v 16), che la “Scrittura oggi si è compiuta” (v 21). Egli è il “consacrato” dallo Spirito che porta la salvezza ai poveri, ai prigionieri, ai ciechi, agli oppressi (v 18). Con Lui il regno di Dio è finalmente presente e fa sì che la salvezza non sia più una speranza, ma si concretizzi come liberazione dal malenella vita di ogni uomo, in particolare degli oppressi. Gesù rivela che nella sua persona, ora, in quest’oggi di Dio, la parola si compie. È una grazia che giunge a noi attraverso la Parola. Sappiamo che le parole di Gesù chiedono di essere incarnate in vite concrete per gli altri, proprio come Lui che ha dato vita alla parola del profeta Isaia.

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