10 febbraio 2019 – 5ª domenica t. ord.

Isaia 6,1-2a.3-8 / 1Corinzi 15,1-11 / luca 5,1-11

Sulla tua parola getterò le reti (Lc 5,5)

Ogni vero incontro con Dio non lascia mai l’uomo come prima: lo cambia, lo rende cosciente delle proprie responsabilità. Quello che succede ad Isaia nella visione della gloria di Dio (1a lettura), si ripete con Pietro e compagni allorché incontrano Gesù (vangelo): mentre da una parte provano sgomento, perché si trovano peccatori, dall’altra ne sono affascinati e scoprono la loro vocazione. Essa consisterà nell’annunciare l’opera di salvezza del Signore (2a lettura).

La vocazione narrata dal vangelo odierno è incentrata attorno alla potenza ed efficacia della parola del Signore. La ressa per ascoltare la parola di Dio (v 1) costringe Gesù ad ammaestrare le folle dalla barca (v 3): questo dice già chiaramente l’interesse per la sua predicazione. Il miracolo della pesca (vv 4-7) non fa che ribadire la potenza della sua parola e ne prepara uno ancora più grande: il cambiamento di Pietro e compagni. Quella di Gesù sembra una richiesta assurda, come testimoniano le parole di Simone (v 5). Eppure, egli aggiunge “ma sulla tua parola getterò le reti” (v 5). Anche se la sua esperienza lo consiglia di non ascoltare, egli decide di fidarsi della Parola. Simone ha udito questa parola autorevole e l’ha vista in azione nelle guarigioni operate nella sua famiglia e sulla soglia della sua casa. E il risultato è sorprendente: obbedendo alla Parola, “facendo” la Parola, “presero una quantità enorme di pesci” (v 6). Anche noi, in questa settimana, costruiamo la nostra vita sulla parola, che Dio ci rivolge: ascoltiamola e mettiamola in pratica.

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