17 febbraio 2019 – 6ª domenica t. ord.

Geremia 17,5-8 / 1Corinzi 15,12.16-20 / luca 6,17.20-26

Beati voi, poveri. Guai a voi, ricchi (Lc 6,20.24)

Non si può vivere senza ideali. Ognuno cerca un punto di appoggio nella vita, che le dia un senso e possibilità di riuscita. L’odierna liturgia indica in Dio la realtà in cui l’uomo deve confidare (1a lettura). Ma ciò è possibile solo al povero, a colui che ha rigettato gli idoli dell’uomo: solo costui può gustare la beatitudine del regno di Dio (vangelo). Chi confida in Dio non resterà deluso: per la sua potenza infatti Cristo è risorto ed è possibile la risurrezione dai morti (2a lettura). Il vangelo di questa domenica offre al nostro ascolto le beatitudini presentate da Luca. Vediamo subito che Luca è meno completo nel numero delle beatitudini, ma ne coglie perfettamente il significato di fondo.

In questa pagina, Gesù delinea due modi di concepire e sui quali costruire la vita: o “per il regno di Dio”, o “per la propria consolazione”; cioè o in funzione esclusivamente di questa vita o in funzione della vita eterna. Questo vuole metterci in luce Luca col “beati voi poveri… Guai a voi, ricchi”. Gesù non canonizza semplicemente tutti i poveri, gli affamati, quelli che piangono e sono perseguitati, come non demonizza semplicemente tutti i ricchi, i sazi, coloro che ridono e sono applauditi. La distinzione è più profonda; si tratta di sapere su che cosa uno fonda la propria sicurezza, su quale terreno sta costruendo l’edificio della sua vita: se su ciò che passa o su ciò che non passa. Sul piccolo io o su Dio. Sul me o sul noi. Sull’egoismo o sull’amore.

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