24 marzo 2019 – 3ª di Quaresima

Esodo 3,1-8a.13-15 / 1Corinzi 10,1-6.10-12 / Luca 13,1-9

Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo (Lc 13,3.5)

Ci vengono oggi presentati tre inviti alla conversione: la chiamata di Mosè perché si metta a servizio della liberazione del suo popolo dalla schiavitù d’Egitto (1a lettura); l’esortazione di Paolo alla comunità di Corinto per un retto comportamento cristiano (2a lettura); il richiamo di Gesù a Israele perché comprenda i segni dei tempi che lo invitano alla conversione (vangelo). E la parola che ascoltiamo ci dice innanzitutto che la conversione è un’esperienza di Dio che porta alla scoperta dei fratelli. Poi la conversione ci viene presentata comecambiamento di vita. Infine, la conversione nasce dall’attenzione ai segni dei tempi e dall’accoglienza dellaParola.

Spesso di fronte a catastrofi naturali o a sofferenze proprie o altrui, ci viene dentro una domanda: dov’era Dio in quel giorno o in quella notte? Dov’è Dio? Ci domandiamo nel giorno del dolore soprattutto quello innocente. Dio è, certamente, lì.

Spesso allora la domanda più giusta è: “dov’è l’uomo?”. Se l’uomo non cambia, se non imbocca altre strade, se non si converte in costruttore di alleanze e di libertà, questa terra andrà in rovina perché fondata sulla sabbia della violenza e dell’ingiustizia. E sappiamo che a Dio sono sufficienti una canna incrinata, uno stoppino fumigante o dalla fiamma smorta… perché è un Dio paziente, speranzoso, fidente. Allora convertirsi è credere in questo Dio che si prende cura di quella zolla di terra che è il mio cuore. Dio si fida di me; io mi fido di Dio?

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