14 aprile 2019 – LE PALME

Isaia 50,4-7 / Filippesi 2,6-11 / Luca 22,14 – 23,56

Questo è il mio corpo che è dato per voi (Lc 22,19)

Veniamo introdotti nella Settimana Santa dalla processione delle Palme, che ricorda il solenne ingresso di Gesù a Gerusalemme, e dal racconto della passione: due fatti estremamente contrastanti, ma che manifestano pienamente il mistero di Cristo. Il primo sottolinea la sua dignità di Messia, l’altro indica il modo con cui essa si esprime: non nel potere, ma nel servizio, nell’amore che dà la vita.

L’opposizione a Gesù si ingigantisce fino a diventare condanna a morte; Gesù l’accetta: muore affidandosi al Padre, sicuro di fare la sua volontà, sicuro che anche in questo supremo annientamento si trova nelle mani di Dio. Ma perché? Gesù vede la propria morte come segno supremo della misericordia del Padre: Colui che amò i peccatori ora salva il ladrone, fa ricredere colui che l’ha messo in croce e la folla presente, squarcia in due il velo del tempio per significare che ora l’andare a Dio è aperto a tutti.

Tutto il racconto della passione è preceduto dall’istituzione dell’Eucaristia. Scriveva papa Benedetto nell’esortazione post sinodale sull’Eucaristia: “Gesù nell’Eucaristia dà non qualcosa, ma se stesso; egli offre il suo corpo e versa il suo sangue. In tal modo dona la totalità della sua esistenza e ci rivela la fonte originaria di questo amore. E quando noi celebriamo l’Eucaristia entriamo con Gesù nella sua “ora”, siamo attirati nell’atto oblativo di Gesù. L’Eucaristia è Cristo che si dona a noi, edificandoci continuamente come suo Corpo e facendoci simili a sé”. Per questo l’Eucaristia si impegna ad diventare come Gesù: dono. Dono a Dio e ai fratelli che incontro nel cammino quotidiano.

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