21 aprile 2019 – PASQUA di RISURREZIONE
Atti 10,34a.37-43 / Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8 / Gv 20,1-9 opp. Lc 24,13-35
Non è qui, è risorto (Lc 24,6)
“Questo è il giorno fatto dal Signore. Rallegriamoci ed esultiamo in esso” (Sal 117,24). La storia della salvezza culmina in questo giorno, il primo della settimana. Gesù è segno di contraddizione. La sua vita è per tutti scandalo.
Il sepolcro è vuoto. Il dolore di Maria e delle donne cercava un morto. Esse avevano dimenticato di portare con sé la Parola che aveva riscaldato il loro cuore, quella Parola che aveva affascinato la loro vita. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. È la domanda che le donne si sentono rivolgere. È ancora morto Gesù per loro, perché sono andate al sepolcro dimenticando quella Parola che consente il contatto con il Vivente. Se stacchiamo Gesù dalla Parola che ci ha rivolto, ecco che rimane muto, insignificante. È un percorso importante quello del vangelo della Veglia pasquale. Esso ci ricorda che per “raggiungere Gesù nella sua verità occorre riceverlo dalle Scritture”(E. Bianchi). Allora anche noi possiamo, come dice San Paolo, affidare la nostra vita alla grazia della sua Parola: la nostra vita custodita da una Parola.
Che bello allora piano piano scoprirci capaci di vivere i nostri giorni nell’affidarci alla Parola, proprio come ha fatto Pietro quando ha detto a Gesù “sulla tua parola getterò le reti”. Così hanno fatto anche quella notte le donne quando le parole dell’angelo ha fatto loro ricordare. E il ricordo delle parole di Gesù rende le donne apostole: tornano ad annunciare agli undici ciò che era avvenuto al sepolcro.