28 luglio 2019 – 17a domenica t. ord.

Gen 18,20-32 / Col 2,12-14 / Lc 11,1-13

Chiedete e vi sarà dato (Lc 11,9)

La preghiera fiduciosa e perseverante si fa ascoltare da Dio (1a lettura e vangelo). Ci sono però condizioni ben precise perché sia efficace; condizioni che sono le stesse in ogni rapporto dell’uomo con Dio. In certo senso, l’invocazione del discepolo: “insegnaci a pregare” significa anche: “insegnaci a vivere, ad essere figli del Padre, ad essere donne e uomini come Gesù”. La preghiera del cristiano, in particolare, ha valore solo se collegata ad una vita conforme a quella del Maestro, alla sua morte e resurrezione (2a lettura).

Nella pagina evangelica odierna si possono distinguere tre parti: la prima con la richiesta di un discepolo di imparare a pregare e il dono del Padre nostro. La seconda con la parabola dell’amico importuno. La terza con alcuni insegnamenti di Gesù sulla preghiera. In quest’ultima troviamo tre coppie di verbi che ci fanno intuire che le domande sono rivolte a Dio, la ricerca si orienta verso di Lui, la porta alla quale si bussa è la sua.

Le richieste sono quelle di un figlio che si rivolge al proprio papà. Il bambino chiede al papà qualcosa da mangiare. A nessun padre verrebbe in mente di sostituire l’oggetto della richiesta con qualcosa che nuoce al figlio. La relazione tra padre e figlio è tale da tenere lontana ogni cattiveria. A maggior ragione per quanto riguarda Dio, al quale la malvagità è del tutto estranea.

San Luca ci suggerisce che il dono da chiedere è lo Spirito Santo. Certamente abbiamo sperimentato che lo Spirito Santo non dimentica le necessità concrete della creatura umana, pur non esaurendo in esse la sua azione. Egli opera soprattutto per creare un legame filiale tra l’uomo e Dio. In questo legame noi ci sentiamo “liberi” di chiedere. Lo sappiamo per esperienza che la preghiera di domanda è quella che ci è più familiare, quella che ci esce più spontanea.

Cerchiamo in questa settimana di far nascere la nostra preghiera dal nostro amore di figli; chiediamo il dono dello Spirito che ci mostra la vera realtà di Dio: un Padre che ci ama di amore infinito.

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