8 settembre 2019 – 23a domenica t. ord.

Sap 9,13-18 / Fm 9b-10.12-17 / Lc 14,25-33

Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo

(Lc 14,33)

La Parola di Dio di questa domenica ci aiuta a capire cosa significa essere discepoli di Gesù. Significa avere scelto e deciso di seguirlo, avere scelto Cristo come unico punto di riferimento della e nella nostra vita.

Gesù, nel vangelo, propone, a chi vuole accogliere il regno di Dio e a collaborare alla sua costruzione nel nostro mondo, di rispondere alla sua chiamata. Diventare suoi discepoli non significa solo condividere idee; significa soprattutto condividere il cammino proposto. Il brano evangelico ci fa vedere Gesù attorniato da folle. A queste egli si rivolge proponendo un cammino impegnativo: mettere i propri cari dopo di lui, camminare dietro a lui e, seguendo lui, portare la croce.

Anche il rapporto con i beni economici è altrettanto importante per Gesù. A coloro che lo seguono Gesù chiede di vivere la preminenza del rapporto con Dio. Questa relazione con Dio fonda ogni relazione personale, caratterizza lo stile del discepolo, aiuta a rileggere le relazioni parentali nello stile del servizio e della dedizione alla causa di Dio.

Pure la libertà dai beni materiali è una condizione indispensabile per seguire Gesù, come attesta il fatto del notabile ricco che rinuncia di seguire Gesù per tenersi le sue ricchezze (Lc 18,22-24) e in positivo il caso di Pietro e dei discepoli, che per andare dietro a Gesù hanno lasciato tutto (Lc 18,28). È necessario affermare il primato del Maestro in modo concreto; altrimenti la sequela non sarà possibile.

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