5 aprile 2020 – LE PALME

Isaia 50,4-7 / Filippesi 2,6-11 / Matteo 26,14 – 27,66

Davvero costui era Figlio di Dio (Mt 27,54)

La liturgia, introducendo alla Settimana Santa, invita oggi a riflettere sul mistero centrale della fede e della vita cristiana: sulla passione, morte e risurrezione di Gesù. Il mistero della croce è mistero di amore: in tutta la vita, Gesù si rivela come amore di Dio per noi. Questo stesso amore non ci lascerà nella sua morte. 

Nel racconto della Passione secondo Matteo ci si accorge che non si può essere solo ascoltatori, perché quello che Gesù fa e patisce, lo fa per noi, per ciascuno. Soffermandoci sull’ultima parte del racconto ci viene spontaneo ammirare il Cireneo: nel momento più alto della storia di Dio e dell’uomo, Simone aiuta il Signore a portare la croce: è il discepolo che si identifica con il suo Maestro. E poi le vesti di Gesù rivestono i crocifissori: se le dividono tra loro (Ricordiamo che a partire dal nostro battesimo ci hanno consegnato la veste bianca dicendoci: “ti sei rivestito di Cristo”). E poi gli insulti dei presenti, gli scherni dei sacerdoti e degli scribi e degli anziani. Infine le tenebre e quel grido “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”, a ricordarci che in ogni nostro “abbandono” di Dio troviamo il Figlio. E quel riconoscimento da parte del centurione: “Davvero costui era Figlio di Dio”: per la prima volta l’uomo conosce chi è Dio, lo vede nel corpo del Figlio, dato per lui che l’ha ucciso. Vedere il Figlio di Dio nel Figlio dell’uomo è il grande mistero: mistero di Dio e salvezza dell’uomo. Viviamo intensamente questa settimana, vivendo bene, con perfezione, ogni attimo presente.

Il nostro Cardinale, nella sua IV lettera per la quaresima, pensa a Maria ai piedi della croce: “Stabat Mater”(leggere nel riquadro).

S. Em. Il Cardinale afferma: “Questo mi fa pensare a Maria ai piedi della croce.

Quando sentì il Figlio che diceva «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno», Maria comprese subito che cosa il Padre celeste si aspettava da lei: che pronunciasse anche lei, in cuor suo, le stesse parole: «Padre, perdonali…». Anche lei le disse, anche lei perdonò.

Persino di fronte ad offese indicibili o a danni, che con cattiveria possano essere arrecati alla nostra persona, il Padre, per perdonare, conta anche sul nostro perdono.

Il Signore ci benedica e la Vergine ci abbracci nel suo manto e ci renda capaci come lei di misericordia.”

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