31 maggio 2020 – PENTECOSTE

Atti 2,1-11 / 1Corinzi 12,3b-7.12-13 / Giovanni 20,19-23

Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20,22)

È difficile parlare dello Spirito Santo. Non si sa cosa dire. Quando parliamo di Dio Padre, in qualche modo ci sembra di poter pensare a Dio, partendo dall’immagine e dall’idea di un buon papà. Quando parliamo di Gesù Cristo, abbiamo davanti agli occhi la sua figura umana, come emerge dai quattro Vangeli… Ma per parlare dello Spirito Santo, sembra che ci manchino parole adatte: ci troviamo irrimediabilmente costretti a ricordare che non si può pretendere di «capire» o di raffigurarci in modo adeguato il mistero di Dio.

«Spirito Santo» è un nome-immagine. «Spirito» vuol dire vento: forza potente, libera, imprevedibile, incontrollabile. E vuol dire respiro, soffio vitale, principio e segno della vita: «Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita…».

«Santo» vuol dire divino, caratteristico di Dio, che gli appartiene in proprio e ne manifesta la natura e l’identità: «…e procede dal Padre e dal Figlio».

Lo Spirito è la «potenza» di Dio con cui egli «fa vivere e santifica l’universo» (cf Preghiera eucaristica III). È l’«energia» che Dio comunica a coloro che egli sceglie per farli portavoce della sua parola e strumenti della sua azione nel mondo («…e ha parlato per mezzo dei profeti»).

È lo Spirito che rende capaci di «annunziare le opere di Dio» (cf 1a lettura) e di adempiere la missione ricevuta da Cristo («Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi»), diventando portatori del perdono di Dio (cf Vangelo).

È lo Spirito che apre la mente a comprendere la parola di Dio e conduce alla fede («Nessuno può dire “Gesù è Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo»).

È lo Spirito che nel Battesimo e nella Cresima fa di tutti i cristiani dei «consacrati» al servizio di Dio e degli uomini, distribuendo a ciascuno doni («carismi») e capacità diverse, perché ognuno possa dare un suo contributo all’edificazione della società e della Chiesa (cf 2a lettura).

È lo Spirito che «tiene insieme» tutti i credenti nella Chiesa «una santa cattolica apostolica», e che suscita e muove nascostamente ogni autentica iniziativa di pace, di riconciliazione, di solidarietà, di fraternità tra gli uomini.

È lo Spirito che ci fa «figli» di Dio a immagine di Cristo e dà verità, sulle nostre labbra, alla preghiera: «Padre nostro che sei nei cieli…». È il dono dello Spirito Santo che costituisce in noi, fin d’ora, il «germe» della risurrezione finale: «Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi» (Rm 8,11).

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