Non possiamo risolvere tutti i problemi del mondo, ma regalare un po’ di gioia anche a un solo fratello che Dio ci mette accanto, questo sì!

È il caso di uno studente straniero rimasto solo in Italia dopo la morte della madre, di cui mio marito ed io avevamo seguito la malattia. Anche se non ci ha mai chiesto nulla, vivendo con dignità la sua indigenza, con discrezione, insieme a qualche amico lo abbiamo aiutato ad affrontare le prime spese (funerale e trasporto della salma nel Paese d’origine) e anche in seguito, sapendo con quanta difficoltà arrivava a fine mese.

Totò lo accompagnava al pullman come un fratello, spesso facevano lunghe chiacchierate prendendo insieme un tè o una cioccolata al bar; lo abbiamo anche invitato a pranzo. E lui ha incominciato ad aprirsi sui suoi problemi, ad acquisire più fiducia in sé stesso, grato per quel clima di famiglia che non pensava più di poter assaporare. Ora sa che quando torna dall’università non c’è solo la solitudine ad aspettarlo, ma qualcuno che gli vuole bene.

Gemma -Italia