Nostra figlia era ricoverata in ospedale per delle analisi. Una mattina mi telefona allarmata: le avevano dato delle informazioni con poca delicatezza, ed ora voleva andarsene da quell’ambiente che le parlava di morte.

Sono corso da lei, l’ho ascoltata fino in fondo e ho cercato di rassicurarla, ricordandole che avevamo un Padre onnipotente che ci amava come nessun altro. La cosa più saggia da fare era abbandonarsi con fiducia nelle sue mani.

Poi siamo andati nella cappella dell’ospedale a pregare. In quella circostanza mi sono sentito nei confronti di una figlia quasi un padre “adottivo” che le parlava del suo vero Papà.

G. C. -Italia