21 giugno 2020 – 12ª domenica t. ord.

Geremia 20,10-13 / Romani 5,12-15 / Matteo 10,26-33

Non abbiate paura (Mt 10,31)

Il nuovo popolo di Dio non è esente da difficoltà e da conflitti; anzi la sua storia è segnata, fin dagli inizi, da rifiuti e da persecuzioni. E così sarà anche nel corso del tempo. Dove trovare senso e forza? La risposta del Vangelo è chiara: Dio sarà la forza del suo popolo. Perciò il Vangelo invita a non aver paura. La persecuzione può trasformarsi in beatitudine. La sofferenza non è la parola ultima. La luce della risurrezione può illuminare anche il dolore.

Gesù nel vangelo di questa domenica esorta tutti quei discepoli che dovranno affrontare sofferenze a non aver paura della loro fede e della testimonianza. Per tre volte il vangelo ripete: “Non abbiate paura”. Gesù invita a fidarsi di Dio. Questa parte del vangelo fa parte dell’ultimo tratto del discorso missionario fatto da Gesù e inizia con un invito, rivolto ai discepoli mandati in missione, a non temere.

È il coraggio nella persecuzione, che è il più alto grado di partecipazione alla comunione con il Signore. Poi il coraggio di parlare chiaro, sapendo che il Padre non perde di vista i suoi figli. Infine il coraggio di non avere vergogna di Cristo davanti agli uomini.

E cosa sostiene tale coraggio? La certezza di essere nelle mani del Padre; la certezza che condividere la croce di Cristo significa anche condividere la sua risurrezione; la certezza infine che gli uomini non possono fare nulla per toglierci la vera vita. Essa è preziosa per noi e per Dio, che ce l’ha regalata. Se è preziosa viviamola “alla grande”, non barattandola con piccole cose, ma puntando alla meta grande che è per ciascuno: la santità.

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