Terminato il lavoro di riparazione del generatore di corrente di un noto supermercato, salgo nell’ufficio del direttore per fargli firmare il rapporto di lavoro. Quando entro nell’ufficio scopro che sta inveendo ad alta voce su qualcuno, sta discutendo con un uomo, indiano. La cassiera lo ha scoperto mentre nascondeva un pacco di pan carré dentro il giubbotto.
Il direttore è molto arrabbiato e, dopo averlo sgridato, lo minaccia di chiamare i carabinieri per furto.
Guardo l’uomo indiano: è di età avanzata, vestito in malo modo e senza denti in bocca, costretto in un angolo, spaventato e impaurito; sento di doverlo aiutare, ma non so come pormi con il direttore che nel frattempo sta cercando il numero della vigilanza. Ho paura di espormi ma penso alla Parola di Vita e mi viene in mente la frase: “Gesù vuole che tu creda al suo amore anche nelle situazioni difficili”.
Devo avere fede, penso. Prendo l’iniziativa e lo faccio perché vedo un Gesù che soffre in quell’uomo…
Mi avvicino al direttore e comincio a dialogare con lui, cercando di convincerlo a condonare il piccolo furto e offrendomi a risarcire il negozio per il costo del pane. Inizialmente, il direttore non accetta perché crede sia importante dare una lezione a quell’uomo, ma lo invito a guardarlo e, con calma, ribadisco che probabilmente aveva fame e non aveva soldi ponendo la domanda: e se anche noi ci fossimo trovati nelle sue condizioni? Dopo qualche minuto di silenzio, il direttore si avvicina all’indiano, gli fa delle raccomandazioni e lo lascia andare via!
M.