26 luglio 2020 – 17a domenica t. ord.
1Re 3,5.7-12 / Rm 8,28-30 / Mt 13,44-52
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto (Mt 13,44)
Vale la pena credere. Vale la pena di lasciare tutto per seguire il Signore. Vale la pena accettare la sua sfida, alzarci e seguirlo, lui che può colmare il cuore più di quanto possa fare il più grande amore umano. Vale la pena faticare, perché la fede richiede inevitabilmente uno sforzo, un discernimento continuo. Vale la pena, come chi, casualmente, trova nel giardino di casa un tesoro, come il collezionista che finalmente trova la perla desiderata da tutta una vita e vende tutto ciò che ha per possederla.
Così scrive Matteo, trent’anni dopo avere seguito il Nazareno. Non è stato lo slancio emotivo ed entusiasta del giovane, dopo tanti anni Matteo si rivede e lo testimonia: ne è valsa la pena.
La fede può entrare nella nostra vita in maniera improvvisa e riempirci il cuore di entusiasmo. Ma l’abitudine può mettere a dura prova anche l’entusiasmo più sincero e logorare la nostra fede come si logora l’innamoramento nella quotidianità del matrimonio.
Matteo, invece, afferma che l’incontro con il Signore è l’evento più straordinario della sua vita.
E se avesse ragione? Fermiamoci, oggi, e chiediamoci se ne è valsa la pena.
Ci sono di esempio, in questa decisione, oltre Matteo, gli altridiscepoli che, incontrando Gesù, hanno lasciato tutto per seguirlo. Così anche ognuno di noi: ho incontrato Gesù Cristo Signore e ho trovato il senso e il significato di tutta la mia vita.
Ma la ricerca deve essere quotidiana: ogni giorno siamo chiamati a cercare il tesoro e ogni giorno siamo invitati a “vendere” qualcosa per acquistarlo.