2 agosto 2020 – 18a domenica t. ord.

Is 55,1-3 / Rm 8,35.37-39 / Mt 13,13-21

Tutti mangiarono a sazietà (Mt 14,20)

Il pane è uno degli elementi fondamentali del nostro cibo. Proprio per questo si presta facilmente ad indicare i doni di Dio, fino a diventare la forma sacramentale del dono più grande di tutti: l’Eucaristia, il dono della vita stessa di Dio.

Gesù ha terminato il discorso fatto con parabole e sente il bisogno di dedicarsi alla formazione dei discepoli, con cui condivide la vita. Viene a sapere della morte del Battista per mano di Erode, e si allontana verso un luogo solitario. A questo spostamento di Gesù corrisponde quello della folla, che lo segue provenendo dalle città vicine.

Il comportamento della gente suscita la compassione di Gesù, il quale compie verso la grande folla due gesti di spontanea e gratuita generosità: guarisce i malati e nutre tutti i presenti. Il secondo gesto diventa il motivo dominante del racconto sia per la sua originalità sia per il grande valore simbolico, che viene ad assumere.

Gesù è il protagonista e viene descritto con un atteggiamento autorevole mentre dà il comando alla folla di sedersi. Poi compie due azioni: benedice e dà il pane. Allora insieme alla guarigione delle malattie, l’abbondante e insperato dono di cibo nel deserto, assume un alto significato. Ci aiuta a comprendere chi è Gesù: è la Parola di Dio vero alimento, è Colui che è capace di soddisfare ogni ricerca umana. Il dono del pane nel deserto inaugura il tempo nuovo della convivialità e della condivisione.

Il fatto poi che a distribuire il pane siano stati i discepoli (“Date loro voi stessi da mangiare”) mette in evidenza la loro funzione come Chiesa: sono loro a portare a Gesù la realtà bisognosa del popolo e distribuiscono alla folla il dono del Cristo per saziarne la fame. Nei gesti dei discepoli ci viene suggerito il nostro modo di fare. Siamo cristiani non per noi, ma per gli altri. Il Vangelo oggi ci rivela la sollecitudine di Gesù che accoglie e placa la ricerca dell’uomo, offrendo risposte concrete ai suoi bisogni. Rivela anche il nostro ruolo di cristiani fatto di attenzione, di generosità e di saper condividere. Dio ha aperto la sua mano usando le nostre.

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