Da ragazza avevo fatto parte di un gruppetto di amiche piuttosto particolare. Eravamo molto diverse fra noi: c’era chi studiava e chi lavorava, chi veniva da un ambiente facoltoso e chi no. Ma il Vangelo che cercavamo di vivere così come ne eravamo capaci azzerava le differenze. Fra l’altro la nuova mentalità entrata in noi ci faceva mettere in comune le nostre cose e rinunciare ai soldi destinati ad un certo acquisto, se ci accorgevamo che una di noi non poteva comprarsi qualcosa di necessario o per aiutare qualche povero.

Anni dopo, venendo a mancare i genitori, ho ricevuto con i fratelli la mia parte di eredità, non piccola dato che eravamo una famiglia agiata. Ma ormai Dio mi aveva chiamata ad una vita di consacrazione, e in me risuonava forte l’invito di Gesù al giovane ricco: «Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri. Poi vieni e seguimi». Sembra banale, ma quando ho dovuto incartare certe porcellane di Limoges appartenute alla nonna per venderle, per me è stato il concreto rinunciare ad una sicurezza umana per avere l’unico bene che è lui.

Franca – Italia