25 ottobre 2020 – 30a domenica t. ord.

Es 22,20-26 / 1Ts 1,5c-10 / Mt 22,34-40

Amerai il Signore tuo Dio… e amerai il tuo prossimo (Mt 22,37.39)

Si potrebbero dire tante cose su questa pagina stupenda del vangelo… Innanzitutto: l’importante è l’amore… prima di tutto… e in tutto: prima delle cose da fare o da non fare è necessario verificare se le facciamo o no per amore. Poi, l’amore: non sono parole… ma mette in movimento tutta la persona: cuore… mente… anima… Gesù ci dice che per amare Dio non basta dire: Signore, Signore… È necessario compiere la volontà del Padre… e fare la volontà di Dio coinvolge (= prende dentro) tutto il cuore, tutta la mente e tutte le forze.

Ancora: ciò che rende vero l’amore a Dio è l’amore al prossimo. Il tempo poi che abbiamo per amare Dio e il prossimo è il momento che diventa il presente della vita: cioè in questo momento (Tu lo sai, Signore, che per amarti non ho che adesso, diceva santa Teresina). Questo ci impegna a compiere azioni intere, pulite, perfette = con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze… Poter dire: Sì, mio Dio, in questo attimo, in questa azione ti ho amato con tutto me stesso…

Ancora:Gesù unisce l’amore a Dio all’amore al prossimo (e questa è la sua novità!). E noi non possiamo disgiungere questi due amori. Come in un albero: non si possono separare le radici dalla chioma: più amiamo Dio, più è necessario intensificare l’amore al prossimo; e più amiamo il prossimo, più è importante approfondire l’amore a Dio. L’albero senza radici e senza terra non può vivere… ma non può vivere neanche senza rami e senza cielo…

Allora amare da cristiani è accogliere le persone e dire loro attraverso gli occhi, i gesti, la parola: sono contento che tu esista. Mario Pomilio diceva: Cinque sono in realtà i vangeli, e il quinto è come un libro aperto. Lo scriviamo tutti noi con le opere che compiamo, e ogni generazione vi aggiunge un parola.

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