8 novembre 2020 – 32a domenica t. ord.
Sap 6,12-16; 1Ts 4,13-18 / Mt 25,1-13
Ecco lo sposo! Andategli incontro (Mt 25,6)
Dieci giovani escono nella notte: hanno solo un po’ di luce in mano. Escono per andare incontro. Come la Sapienza della prima lettura che va incontro a chi la cerca, come noi che andremo incontro al Signore (così ci ricorda la seconda lettura), queste ragazze escono incontro allo Sposo. È l’immagine del Regno: è simile ad un incontro, appartiene a chi sa uscire, a chi sa vivere di incontri. Il Regno dei cieli è simile a dieci piccoli occhi di luce nella notte: è la luce che guida i passi necessari all’incontro. Cinque ragazze non prendono con sé olio e vedono le loro lampade spegnersi. Anch’esse scompaiono nella notte: la loro vita come la mia, o è presenza luminosa o non è nulla; o porta luce e illumina qualcuno o non esiste.
Tutti rischiamo di dissolverci nell’insignificanza di una notte senza incontri autentici. Il vangelo però non condanna la dimenticanza di un momento, ma tutta la vita vuota, che non si è accesa, che non si è occupata di conoscere lo Sposo – non vi conosco, si sentiranno dire – e di non farsi riconoscere come segno di luce, come luce che illumina il fratello.
Le cinque ragazze sagge si identificano con le loro lampade: ciascuna è una persona-lampada, luminosa e illuminante. Hanno vivo in sé il desiderio dell’incontro. Gesù non dice che cosa sia l’olio per le lampade. Sappiamo però che ha a che fare con la luce e col fuoco. In fondo è saper bruciare per Qualcuno, vivere accesi: così risplenda la vostra luce davanti agli uomini. Per questo quando risuona la voce “Ecco lo Sposo” quelle cinque ragazze sono pronte. Tutta la loro vita era una vita accesa. Quella voce ridesta da tutte le stanchezze e consola dicendoci che Dio non si stanca mai di noi e che è contento di fare una festa luminosa con ciascuno di noi.