Sto preparando un incontro per i ragazzi della parrocchia, quando all’improvviso avverto un malessere: una fitta al torace con perdita di forze. Infarto! E nessuno intorno a cui chiedere aiuto. “Forse sto morendo”, dico fra me e me. Mi distendo con fatica a terra, nella grande sala vuota.

In questi momenti in cui mi trovo solo con Dio, tutta la mia vita, buona e cattiva, mi passa in un lampo davanti alla mente. Forte è il rimpianto di aver amato così poco, per le occasioni perdute; ma più grande è il cuore di Dio che, avverto, copre una moltitudine di sbagli. Anche in questo momento, è lui che lo permette. Gli dico, gli ripeto: grazie!

Casualmente arriva qualcuno che s’accorge di me: la Provvidenza ha disposto che fosse un infermiere. Lui chiama un’ambulanza e poco dopo vengo trasportato in rianimazione, dove mi salvano per miracolo. Trascorro diverse settimane in ospedale, provando a dimenticare il mio dolore per prendermi su quello degli altri. E con la gioia di avvertire che da questa esperienza è nata un’amicizia straordinaria con Dio.

Un frate carmelitano – Italia