29 novembre 2020 – 1a Avvento
Is 63,16b-17.19b; 64,2-7 / 1Cor 1,3-9 / Mc 13,33-37
Lo dico a tutti: vegliate! (Mc 13,37)
Con questa domenica iniziamo il nuovo anno liturgico, durante il quale ci accompagnerà, eccetto qualche festa, il vangelo di Marco. Il breve passo che ascolteremo oggi, prima domenica di Avvento, ci porta verso la parte finale del ministero di Gesù, al capitolo 13, considerato il capitolo che ci parla dei tempi finali, del compimento della storia. Il testo pone in primo piano il mistero del tempo, che il cristiano è chiamato a vivere nell’atteggiamento dell’attesa del Signore: “Egli viene incontro ad ogni uomo e in ogni tempo”, come ci ricorda il prefazio di questa domenica.
Se l’Avvento è essenzialmente, come dice la parola, “la venuta del Signore”, allora la liturgia lo celebra come tempo significativo e propizio per coltivarne l’attesa e, più in generale, per ripensare ai nostri desideri profondi e ai nostri destini ultimi. Ecco l’invito alla vigilanza. È un invito rivolto a tutti, anche a noi, che ci impegna ad essere capaci di discernere i tempi, di non lasciarci ingannare da falsi messia, né farci sorprendere dalla venuta del Signore, che di solito non è programmata secondo i nostri tempi e le nostre previsioni. “Lo dico a tutti”: tutti i credenti sono invitati a rimanere vigili nell’attesa.
Dall’esperienza possiamo dire che si vigila o per paura o per amore. La paura non può trovare spazio nel cuore del cristiano: numerose volte il vangelo ci fa ascoltare l’invito a non avere paura, a non temere. Allora vigiliamo per amore, come fanno i genitori con i loro figli. Perché sappiamo che, per noi cristiani, il “tempo”, il nostro tempo ci fa incontrare Dio: quell’incontro, quel fatto, quella parola, quel pensiero… se tu sei attento, ti porta qualcosa di Dio. E tu, pronto e desto, lo puoi accogliere e far festa.