3 gennaio 2021 – 2a dopo Natale
Sir 24,1-2.8-12 / Ef 1,3-6.15-18 / Gv 1,1-18
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo
(Gv 1,9)
La liturgia continua ad aiutarci nella riflessione sul mistero del Natale, sul “progetto” del Padre che viene rivelato in Gesù di Nazareth. Gesù è offerto alla nostra fede come il “Verbo” (cioè la Parola) del Padre, come il Figlio nel quale Dio si è fatto nostro ospite, ha piantato la sua dimora nella nostra storia, condividendo così il nostro destino e trasformandolo in benedizione.
La liturgia eucaristica offre al nostro ascolto l’inizio del vangelo di Giovanni, che celebra Gesù come Parola. Il termine suggerisce comunicazione, desiderio di entrare in relazione con qualcuno, riconosciuto come un “Tu”. Nel cuore di questa relazione, di questo dialogo, la Parola “si fece carne e venne ad abitare il mezzo a noi” (v 14).
Questa Parola, nei primi versetti del brano odierno, viene presentata come verità e come luce. Fermiamo la nostra attenzione su questo secondo aspetto. Sappiamo quanto è importante e necessaria la luce per la vita. Se mettiamo delle piante al buio nel giro di poco tempo moriranno. La luce è essenziale per vivere. Camminare alla luce non è lo stesso che camminare al buio. E poi quando cerchiamo una cosa non è lo stesso cercare al buio e cercare in un luogo illuminato. E poi la luce ti permette di vedere l’ordine e il disordine, l’armonia di un determinato ambiente. Chi di noi non si è fermato incantato da un tramonto o da un’alba?
L’esperienza che abbiamo della luce ci aiuta a capire meglio come Gesù può essere la nostra luce. Pensiamo all’espressione del salmo 119 “lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (v 105). La sua Parola è una parola che illumina, che facilita e rende sicuro il cammino della vita. Accogliamo e mettiamo in pratica la Parola che il Signore ci rivolge con generosità e abbondanza.