Alla nostra comunità era stata affidata una donna dai trascorsi “pesanti”. Quando abbiamo appurato chi era, è diventato difficile il rapporto con lei. Infatti, avevamo saputo che aveva ucciso il proprio figlio e non era stata in carcere perché incinta e depressa.

Anche se il parroco ci ricordava di non giudicare, era ugualmente difficile non avere davanti agli occhi il suo passato. Col tempo, aiutati anche dal parroco, quella donna è divenuta la misura della nostra capacità di accoglienza.

In questo sforzo di “vedere con occhi nuovi”, la nostra comunità ha fatto un salto di qualità. Ci è parso che proprio attraverso quella donna bisognosa anche della nostra misericordia Dio ci stesse facendo una grande lezione di vangelo.

Ma il vero dono è stato quando un giorno, piangendo, lei ci ha raccontato la sua storia, i drammi che aveva vissuto e le violenze subite per poi ringraziarci perché le avevamo dato prova che l’amore esiste e che il mondo non è così cattivo come lei lo aveva conosciuto.

M. P. – Germania