14 febbraio 2021 – 6a domenica Tempo Ordinario

1Sam 3,3b-10.19 / 1Cor 6,13c-15°.17-20 / Gv 1,35-42

Lo voglio, sii purificato (Mc 1,41)

Anche la liturgia di questa domenica, come la precedente, ci aiuta a prendere coscienza della potenza salvifica presente in Gesù, nella sua parola e nella sua azione liberatrice dal male.

Nel vangelo, il lebbroso incontrato e “toccato” da Gesù nel suo corpo sfigurato dalla malattia, è simbolo dell’uomo sfigurato dal peccato. La sua guarigione è segno della compassione di Dio, che Gesù fa conoscere come sua missione verso l’umanità sofferente. Il lebbroso si avvicina e supplica Gesù e nello stesso tempo afferma la sua fede nel potere che il Maestro ha di guarirlo: “Se vuoi, puoi purificarmi”. Gesù si commuove, viene toccato nell’intimo dalla sofferenza fisica e spirituale di quell’uomo sconosciuto e isolato. E quanto Gesù compie, in parole e in gesti, è di una solennità straordinaria. Gesù non soltanto parla, ma tocca. Egli supera la distanza che era imposta tra il malato di lebbra e la persona sana. E ci insegna l’accoglienza.

Quando accogliamo l’altro superiamo le distanze tra le persone e diventiamo sensibili verso le situazioni le più diverse. Accogliere è essere attenti a tutte le situazioni, soprattutto le più povere e sofferenti, per poter sviluppare una coscienza aperta al mondo e capace di scelte che si oppongono all’indifferenza verso le popolazioni più povere. Gesù si lascia ferire dalla sofferenza del malato e si contamina (lo tocca), si compromette per dare la vita. È un’immagine viva della tenerezza di Dio.

Questa settimana cerchiamo anche noi, nelle più varie situazioni della vita, di essere capaci di farci vicini, di essere accoglienti, di vivere atteggiamenti di tenerezza nei confronti degli altri, in particolare di chi soffre, di chi è solo e isolato.

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