Eravamo una famiglia unita e con principi cristiani. Come un fulmine la situazione di mia sorella M. arrivò a sconvolgerci. Da qualche tempo, infatti, si permetteva vestiti e gioielli che il suo lavoro non avrebbe potuto offrirle. E quando venimmo a sapere che lei si prostituiva, scoppiò il dramma.
Un giorno, mentre giocava con i miei bambini, m’accorsi che piangeva. Fu l’occasione per una chiacchierata a cuore aperto. M. mi confidò che era stato proprio il suo ragazzo, tossicodipendente, a “venderla” agli amici e che lei aveva sperato di aiutarlo. Ormai conduceva una vita che le permetteva tutto, ma le mancava l’essenziale ed era profondamente delusa.
Essendo psicoterapeuta, le consigliai di parlare con un collega molto bravo. Lei accettò. In seguito, mio marito ed io decidemmo di accoglierla a casa nostra, malgrado i sacrifici che ciò avrebbe comportato.
Mesi dopo, M. entrò come collaboratrice in un centro di recupero che ospitava ragazze come lei e nel prodigarsi verso loro ritrovò la perduta serenità.
S.Z. – Romania