5 settembre 2021 – 23a domenica Tempo Ordinario

Is 35,4-7° / Gc 2,1-5 / Mc 7,31-37

Effetà, cioè: Apriti! (Mc 7,34)

Ascoltare Dio che parla, nel linguaggio della Bibbia, non significa soltanto udire superficialmente, ma piuttosto “ascoltare-per-fare”, nel senso di riconoscere il primato di Dio nella vita.

Il vangelo di questa domenica racconta la guarigione di un sordomuto: l’incontro con Gesù è descritto nella sua concretezza di gesti fisici. Sono gesti di liberazione, che generano una stupenda “apertura” di colui che viene guarito e lo rendono pieno di gioia e capace di lode. Questo racconto di guarigione del sordomuto, segue l’incontro di Gesù con la madre siro-fenicia della bambina indemoniata. Esso proietta la potenza di Gesù oltre i confini di Israele e del popolo ebraico: Gesù è per tutti.

L’evangelista Marco non sente il bisogno di spiegare chi siano gli amici che portano il sordomuto da Gesù. Gli basta dire che gli chiedono di comunicare la sua forza a quell’uomo irrimediabilmente isolato dal mondo, imponendogli le mani. Gesù non solo non si fa pregare, ma compie una serie di gesti che sottolineano la materialità del suo contatto con quell’uomo: lo “porta via” lontano dalla folla, in disparte, gli pone le dita negli orecchi, tocca la sua lingua. Poi pronuncia una parola dal significato profondo, non limitato all’udito o al parlare: “Apriti”.  Apriti a quanto Dio ti sta donando, alla comunicazione con gli uomini, alla comunione con Dio. Questo incontro rende quell’uomo capace di parlare correttamente e di aprirsi al mondo.

Entrare in relazione vera con Dio e con gli altri: questo è il frutto dell’incontro con Gesù. Siamo fatti per la relazione, per l’incontro, per accogliersi e dialogare. Papa Francesco nella Evangelii Gaudium (n 171) ricorda che l’ascolto vero “ci aiuta ad individuare il gesto e la parola opportuna che ci smuove dalla tranquilla condizione di spettatori”. Ascoltiamo per fare!

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