Dopo l’aborto spontaneo del nostro primo figlio, Anastasia non è stata bene in salute e a causa di ciò non abbiamo più potuto avere figli. Questo però non ci ha impedito di pensare anche agli altri. Da cristiani, ci siamo guardati attorno e dopo la morte di un collega abbiamo deciso di prenderci cura noi di suo figlio. Questo per anni. Ora lui è medico, ha una sua vita, ma continua ad esserci affezionato e a mantenere i contatti con noi.

Con tutti i suoi impegni, Anastasia non rinuncia all’appuntamento quotidiano della messa, e questo ha finito per suscitare la curiosità di una collega che un giorno l’ha seguita fino in chiesa. È nato un rapporto più profondo e col passare del tempo, mia moglie è diventata sua madrina di battesimo; siccome questa collega è orfana, ha trovato in noi i genitori che non aveva più in quanto le siamo stati vicini anche dopo il suo matrimonio. Ora siamo felici di essere “nonni” anche se in giovane età.

Atanasio – Corea