Eravamo in quattro amici, quella volta, appassionati di montagna. Durante la scalata uno di noi, scivolando, si è infortunato. Dopo aver cercato di medicarlo come potevamo, considerato che anche le riserve d’acqua si erano abbastanza ridotte, io e un altro abbiamo deciso di continuare, mentre gli altri due sono tornati indietro con il ferito.

Arrivati ad una certa altezza e accorgendomi che il mio compagno era in difficoltà, ho soppesato la mia borraccia. Conteneva poca acqua. Gliel’ho offerta.

Sapevo che la vera cima da raggiungere è saper dare la vita per gli altri, come propone il Vangelo. Dopo varie salite e ferrate, abbiamo raggiunto un piccolo ripiano dove c’era una lapide che ricordava un caduto in montagna. Ai piedi del piccolo monumento spiccava una borraccia piena d’acqua. Su un foglietto fermato da un sasso era scritto: «Per chi ha sete». Dopo esservi abbeverati entrambi, ci siamo scambiati uno sguardo d’intesa. La natura, la bellezza, la vita ci abbracciavano.

L. S. – Polonia