L. e J., lei peruviana e lui francese, sono in Honduras da due anni per motivi di lavoro. Vivono sulle montagne, tra gli indigeni, lontani dal resto della comunità, a contatto con le piaghe di cui queste popolazioni sono vittime.
Raccontano: «Pur nella coscienza della nostra impotenza davanti a problemi tanto grandi, volevamo ugualmente fare qualcosa di concreto, come espressione dell’amore per l’umanità.
Il via ce l’hanno dato alcune famiglie francesi che ci hanno incoraggiato e assicurato il loro aiuto concreto.
Dopo tanti progetti sulla carta, abbiamo pensato di avviare un Centro per bambini denutriti. Abbiamo affittato una casa e, con l’aiuto di una dottoressa, di una cuoca e di una bambinaia. Il 10 agosto di alcuni anni fa abbiamo inaugurato il Centro. Attualmente sono ricoverati otto bambini, tutti gravemente denutriti. Hanno la pancia gonfia, non camminano e non sanno ridere. Ci vorranno almeno due anni perché possano riprendersi. Da quando è iniziato il Centro è iniziata una straordinaria avventura: in unità chiediamo quanto necessita e puntualmente la provvidenza arriva. Già ci hanno esonerato dal pagamento dell’acqua e della luce, si è aggiunto un secondo medico che presta servizio volontario e inoltre abbiamo avuto in regalo un apparecchio per valutare lo stato fisico dei bambini.
J. ha iniziato una coltivazione di grano e verdure nel terreno dietro la casa e in questo i genitori dei bambini ricoverati cominciano ad aiutarlo. L’obiettivo è fare in modo che le persone del luogo si sentano responsabili del Centro e lo portino avanti da soli. Non sappiamo infatti fino a quando potremo restare in questa terra.
Ci ha dato gioia sapere che le autorità vedono in quest’opera una vera benedizione di Dio!».
L. e J., – Honduras