17 ottobre 2021 – 29a domenica Tempo Ordinario
Is 53,10-11 / Eb 4,14-16 / Mc 10,35-45
Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire
(Mc 10,45)
Gesù ha posto tutto se stesso a servizio degli uomini, ha dato la sua vita per noi. Tutta la vita di Gesù, gesti e parole, fino alla morte, è stata un continuo atto di amore. Lo vediamo anche in questa domenica. Gesù e il suo seguito stanno camminando verso Gerusalemme. Tutti sono sgomenti e impauriti; solo Gesù va avanti con passo deciso e di nuovo presenta ai suoi amici quanto sa che lo attende.
In questo contesto drammatico, prende risalto la richiesta dei due figli di Zebedeo di avere le cariche più alte nel regno del Maestro. Davanti alla domanda dei due fratelli Gesù sembra prendere tempo. Poi piano piano cerca di avvicinarli ad una comprensione più profonda della loro richiesta e rivela loro il suo vero volto: egli è venuto per servire fino a dare la propria vita. La parola del vangelo ci porta a riflettere sullo stile della vita nostra e delle nostre comunità cristiane, sulle gelosie, divisioni, rivendicazioni che spesso regnano all’interno della comunità di Gesù.
Quante volte papa Francesco ci esorta, noi singolarmente e come comunità, a fare nostro lo stile di Gesù. Ai cristiani di tutte le comunità chiede una testimonianza di comunione fraterna, che diventi attraente e luminosa. Che tutti possano ammirare che ci prendiamo cura gli uni degli altri, che ci incoraggiamo vicendevolmente e ci accompagniamo. “Da questo sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).
Quante volte il Papa ci ricorda che siamo tutti sulla stessa barca e andiamo verso lo stesso porto! Quello che noi siamo, quello che abbiamo possiamo metterlo, come Gesù, a servizio gli uni degli altri. Allora la nostra comunità e la nostra vita diventeranno attraenti.