La nostra seconda figlia aveva appena 14 anni quando cominciò a comportarsi in modo strano sia a casa che a scuola. Di mezzo c’era la droga: iniziava così un calvario non solo per lei ma per tutta la famiglia.
Divenne necessario ospitarla in una casa di rieducazione. Tornata a casa per le feste di Pasqua, sembrava avesse ripreso in mano le redini della propria vita, per cui, di comune accordo, concludemmo di non farla rientrare nella casa di rieducazione. Purtroppo la situazione andò ulteriormente peggiorando.
Durante una sua assenza un amico ci suggerì di pensare anche agli altri figli e ci invitò a degli incontri che si svolgevano in parrocchia. Fu per noi una rinascita nella fede. Il primo risultato fu di non sentirci schiacciati dal dolore e dalle angosce.
Il giorno in cui nostra figlia si rifece viva, ci trovò più forti, non rassegnati, ma decisi ad essere per lei l’equilibrio che le mancava. La risalita fu lenta. Fino alla decisione di riprendere a studiare e di farsi seguire da uno psicoterapeuta.
F.W. – Irlanda