Gen 3,9-15.20 / Ef 1,3-6.11-12 / Lc 1,26-38

Nulla è impossibile a Dio (Lc 1,37)

Maria di Nazaret è avvolta dalla presenza di Dio fin dal primo momento della sua esistenza terrena. Il significato profondo di questo evento, che oggi la fede offre alla nostra contemplazione, sta nella risposta che l’angelo dà alla sua domanda, quando le annuncia la scelta, che Dio ha fatto su di lei: “Su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo… Nulla è impossibile a Dio”. L’immagine, che lo Spirito di Dio la ricopre della sua ombra, richiama il mistero della creazione.

L’angelo ha appena lasciato il tempio di Gerusalemme, il centro, dove ha annunciato all’incredulo Zaccaria, sacerdote, la nascita di Giovanni. Ora si reca in una casa, tra le case, in un piccolo paese, da una ragazza. La storia dell’alleanza tra Dio e gli uomini riparte dalla “periferia” della terra di Israele; da una donna che sa di essere povera, ma che sperimenterà la ricchezza inesauribile di Dio. Conosciamo quasi a memoria il brano evangelico dell’annunciazione. Ma ogni volta esso ci sorprende e ci riempie il cuore di gioia: una creatura dice di sì al suo Creatore, che mai fa le cose da solo, ma che sempre cerca collaboratori.

L’obbedienza di Maria è il sì responsabilmente consapevole di una donna dal cuore grande. Maria cerca di capire. È timorosa, turbata, sa di rischiare il ripudio, l’emarginazione dei suoi. Forse intravede pure le asprezze del cammino che l’aspetta, “la spada che le trafiggerà l’anima”. Ma si fida dell’amore di Dio e vi si consegna. Sa, dalla storia del suo popolo e dalle parole dell’angelo, che “nulla è impossibile a Dio”. E risponde il suo sì: “Ecco la serva del Signore”. È questo un mistero di grazia, di una pienezza sconosciuta perché si viene colmati di un amore che non ha limiti e confini e che dilata tutta l’esistenza al ritmo e alla grandezza di Dio.