20 marzo 2022 – 3a domenica di Quaresima
Ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo (Lc 13,3)
Dio non è un “oggetto sacro” costruito dall’uomo o adeguato alle immagini che l’uomo si fa di Lui. Dio è il “Santo” che si rende misteriosamente presente all’uomo per renderlo santo, per renderci possibile una vita piena. Accogliendo il Dio presente, possiamo cambiare mentalità e sguardo di fronte alla vita. Ed è nel presente della storia, quella nostra e del mondo intero, che ci sono opportunità di conversione, perché ognuno possa imparare a pensare secondo Dio.
L’invito di Gesù è sempre un invito alla conversione. Oggi lo dimostra evocando un episodio di cronaca: il cedimento improvviso di una torre, che ha sepolto diciotto persone. In questo caso si tratta di una sciagura in cui non si possono rintracciare responsabili. Per un verso Gesù vuole smentire il pregiudizio che lega la sventura terrena a colpe personali o collettive, per altro verso dichiara che la vera disgrazia è il rifiuto a convertirsi.
I fatti della vita sono il linguaggio da interpretare, un appello a rinnovare l’esistenza. Si tratta di cambiare mentalità e sguardo di fronte alla vita. Convertirsi è accogliere l’opportunità di assumere un modo nuovo di pensare, che va oltre l’immediatezza delle cose. In altre parole, conversione è “riempire di parola di Dio la nostra vita”. È la Parola accolta e messa in pratica che ci dà una visione diversa della vita quotidiana e fa crescere in noi un modo nuovo di pensare.
Anche gli antichi usavano due termini per indicare il tempo: come un succedersi delle cose quotidiane per l’intera vita (così suggerisce il detto “niente di nuovo sotto il sole”) o come “un’occasione” unica, un’opportunità, un momento straordinario che interpella. Se tu l’accogli così allora vedrai la tua vita fatta di infiniti momenti unici. Tu rifiorirai e porterai frutti di vita evangelica.