17 aprile 2022 – Pasqua di Risurrezione

… e vide e credette (Gv 20,8)

“Questo è il giorno che ha fatto il Signore”. La Chiesa riconosce nella Pasqua di Gesù l’agire meraviglioso di Dio dentro la storia degli uomini: è in atto una “nuova creazione” e se ci lasciamo coinvolgere possiamo diventare anche noi collaboratori di Dio per la rinascita del nostro mondo.

Nel vangelo di oggi le prime testimoni di questo “nuovo giorno” sono le donne: sono testimoni di qualcosa di straordinario, che sconvolge i loro piani. Il giorno non si è ancora levato e Maria di Magdala va al sepolcro nel buio della notte. È soprattutto nel suo spirito e nel suo cuore che c’è oscurità. E qui è bello vedere come Gesù rispetta le nostre notti! Maria visto il sepolcro vuoto, corre da Simon Pietro e Giovanni, che a loro volta corrono al sepolcro. Pietro quando arriva entra, guarda e non pronuncia una parola. Guarda e rimane perplesso.

L’altro discepolo, che è più veloce nel correre, è anche più rapido nella fede. È il solo a vedere i segni e a dedurre che Gesù non è stato portato via: dei ladri non avrebbero perso tempo a svestire un cadavere e a piegare accuratamente i teli e il sudario. Quel discepolo “vede e crede” che Gesù è risorto. È più versato di Maria Maddalena e di Pietro nella conoscenza delle Scritture? No.

L’evangelista ci ricorda che fino a quel momento “non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti”. Ma c’è l’intuizione del cuore. Come discepolo “che Gesù amava” egli era uno che l’amava a sua volta: tra loro si era stabilita una comunione di amore. Così nel vuoto della tomba egli intuisce per primo l’accaduto. Così ci viene presentato come modello per l’intuizione della fede, che si fonda in una comunione di amore.

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