24 aprile 2022 – II domenica di Pasqua

Pace a voi! (Gv 20,219

Gesù Risorto è capace di raggiungere la sua comunità anche quando vive rinchiusa in sé stessa, come erano i discepoli di cui parla il vangelo odierno. E Gesù, che viene e appare agli apostoli e a Tommaso, mostrando loro i segni dell’amore, li riconcilia con lo scandalo della croce. La sua venuta è il compimento delle sue promesse fatte nel discorso di addio durante la cena (Gv 14,18-20. 27-29). Il venire di Gesù nella sua Pasqua, cioè da Risorto, è un anticipo della venuta finale del Figlio dell’uomo nell’ultimo giorno. Non a caso suscita gioia ineffabile e dona la pace, due doni tipicamente messianici. “Pace a voi”: sono queste le prime parole del Risorto ai suoi, quando “viene in mezzo” a loro.

Pace, shalom, è l’incontro di ogni desiderio dell’uomo con la promessa di Dio. È il suo dono definitivo. Cantata dagli angeli sul presepio, è ora donata dal Crocifisso Risorto a tutti gli uomini. Quindi tutta la vita di Gesù è vissuta entro questo annuncio di pace: per questo Lui è la Pace. E ora è rivelazione e dono pieno del Risorto.

La pace, segno indubitabile della presenza di Dio, è l’insieme armonico dei molteplici aspetti dell’unico frutto dello Spirito. La pace di Dio eccede talmente la nostra piccolezza, che dapprima ci sconvolge; rompe e dilata il nostro cuore per farne il recipiente capace di contenerla. E quando nel cuore c’è pace, diventiamo capaci di “esportarla”, di contagiare di pace anche gli altri. Chiediamo al Risorto, noi che abbiamo celebrato la Pasqua, di essere persone di pace, “artigiani di pace”.

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