Marta è una giovane volontaria che assiste i detenuti nel preparare gli esami universitari. “La prima volta che sono entrata in carcere, ho incontrato persone con paure e fragilità. Ho cercato di instaurare un rapporto prima professionale, poi d’amicizia, fondato sul rispetto e sull’ascolto. Presto ho capito che non ero solo io che aiutavo i carcerati, ma erano anche loro a sostenermi.

Una volta, mentre aiutavo uno studente per un esame, io ho perso una persona della mia famiglia e lui ha avuto la conferma della condanna in corte d’appello. Eravamo entrambi in condizioni pessime. Durante le lezioni vedevo che lui covava dentro di sé un dolore grande, che è riuscito a confidarmi. Portare insieme il peso di quel dolore, ci ha aiutato ad andare avanti. A esame finito è venuto a ringraziarmi, dicendomi che senza di me non ce l’avrebbe fatta. Se da un lato era finita una vita nella mia famiglia, dall’altro sentivo di averne salvata un’altra.

Ho capito che la reciprocità permette di creare relazioni vere, d’amicizia e di rispetto”.