15 maggio 2022 – V domenica di Pasqua

Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri (Gv 13,34)

Il brano evangelico di questa domenica comincia evocando il dramma del tradimento di Giuda, che si distacca definitivamente dal gruppo dei dodici. Grazie all’uscita di Giuda si apre, tuttavia, un’ora nuova nella vicenda del Figlio, tanto che Gesù esclama: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato”.

A questo punto Gesù comunica ai suoi amici la sua partenza: di lì a poco egli sarà fuori della loro portata. In quel momento si rivolge ai suoi “figlioli” e consegna il suo testamento. Gesù trasmette ai discepoli il comandamento dell’amore. È un comandamento nuovo. E la novità sta nel “come” e nella “reciprocità”. Il “come” che coniuga l’amore dei discepoli con quello di Gesù non è “di paragone”, ma “di origine”. L’amore del Figlio non è il modello, ma il fondamento, l’origine dell’amore che i discepoli si possono scambiare. È come se Gesù ci dicesse: “Amatevi con l’amore con cui vi ho amati”.

Se, nel suo amore sino alla fine, Gesù fosse solamente un esempio egli resterebbe un personaggio eroico del passato; se poi il suo amore fosse anzitutto da imitare risulterebbe schiacciante per l’uomo e irrealizzabile nella sua radicalità. Si capisce pertanto che l’amore con cui Gesù ci ha amati può diventare anche il nostro se lo assumiamo non come un dovere, ma come un dono da accogliere. Se questo avviene ognuno è messo in grado di amare come Gesù e di amarci a vicenda: un amore che va e ritorna.

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