19 giugno 2022 – SS. Corpo e Sangue di Cristo

Tutti mangiarono a sazietà (Lc 9,17)

“Buono come il pane” si dice (o si diceva una volta). Così come si dice “guadagnarsi il pane” o “mangiar pane a tradimento”… E nel Padre nostro diciamo: “dacci oggi il nostro pane quotidiano…”. (… ).

Pane: simbolo elementare del bisogno e dell’appagamento; simbolo del lavoro, della fatica, del “duro mestiere di vivere”; simbolo di vita (non si vive se non si ha da mangiare) e della vita quotidiana (bisogna guadagnarsi da vivere). Pane… e vino: il vino buono che fa festa, il vino buono dell’ospitalità, dell’amicizia, dell’allegria…

Pane e vino. Possiamo leggere tutta la nostra vita in queste cose: il lavoro e la festa, il dolore e la gioia… Gli antichi (che non avevano tante altre cose) lo sapevano bene. E offrivano alle divinità “pane e vino” come per offrire se stessi. Come quel misterioso Melchisedek, “sacerdote del Dio altissimo”, di cui parla la Bibbia (cf 1ª lettura). E anche noi a Messa facciamo qualcosa di simile: portiamo all’altare pane e vino, come per presentare a Dio la nostra vita di tutti i giorni, con le sue miserie e i suoi sogni, la sua fatica e il suo riposo…

“Buono come il pane”: pane spezzato, pane distribuito, pane condiviso fra tutti (cf Vangelo) per saziare la fame di tutti. Così è Gesù Cristo.

Al termine della sua vita terrena, mentre stava per essere condannato a morte, trovandosi a tavola con i suoi amici prese del pane, lo spezzò e disse: “Questo è il mio corpo, che è per voi” (cf 2ª lettura). Come dire: la mia vita la offro per voi. Prendete e mangiate: sono io che vi faccio dono di me stesso, perché voi possiate saziare la vostra fame. Prendete e bevete: è il segno dell’amicizia di Dio per voi, garantita dalla mia morte in croce.

Cristo è pane per la nostra fame. Fame di qualcos’altro dalle solite cose. Qualcosa di cui non si fa pubblicità alla televisione e che non si può comprare né vincere a una lotteria.

Quel pane che noi presentiamo all’altare diventa il dono di Dioagli uomini: Cristo, nostro “com-pagno” (da cum panis: che mangia lo stesso pane), vicino a noi nella fatica, nella gioia e nel dolore del vivere umano; Cristo, risorto da morte, che ci invita a essere suoi “com-pagni” nella grande festa di Dio (“mangiare e bere alla sua mensa nel suo regno”, dice Lc 22,30).

Cristo, pane condiviso fra tutti noi, per ritrovare e ricostruire continuamente fra noi lo spirito di fraternità e di comunione, al di là di ogni diversità e divisione. Lo stesso pane, per “diventare” in Cristo “un solo corpo e un solo spirito” (Preghiera eucaristica III).

Pane dell’Eucaristia, corpo di Cristo donato ai credenti, per diventare anche noi “buoni come il pane”, capaci di condividere gli uni con gli altri gioia e dolore nel nome di Cristo.

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