21 agosto 2022 – XXI domenica del Tempo Ordinario

Sforzatevi di entrare per la porta stretta (Lc 13,24)

Il vangelo che oggi ascoltiamo ci ricorda, con toni estremamente provocatori, che non basta “chiamarsi” discepoli di Gesù e non basta nemmeno un’adesione formale ed esteriore ai suoi insegnamenti. Occorre avere il coraggio di decidersi seriamente per Gesù, imparando da Lui cosa significa obbedire fedelmente alla volontà di Dio, affrontando il buon combattimento della fede, come suggerisce san Paolo a Timoteo, e sforzandosi di entrare per la porta stretta, come ci indica Gesù.

È Cristo la porta: attraverso di Lui tutti gli uomini sono salvati, perché il suo cammino verso Gerusalemme va incontro ad ogni uomo e donna. Unico biglietto di ingresso è il bisogno. Resta fuori chi “sta bene”. La falsa sicurezza e la presunta giustizia sono l’unico impedimento. Per entrarvi basta riconoscersi peccatori davanti al perdono di Dio. Nessuno si salva per i propri meriti, ma tutti siamo salvati. Il tempo presente è “l’anno di grazia”, che ci è concesso per convertirci alla sua grazia.

La porta è dichiarata stretta perché l’io e le sue presunzioni non vi passano. La salvezza è dono. Costa solo la fatica di aprire il cuore e la mano per accoglierlo. Il dono non toglie la nostra iniziativa. La porta della salvezza è stretta perché richiede l’umiltà: va lasciato fuori il protagonismo dell’uomo. Convertirsi è accettare di vivere della sua misericordia.

Cosa possiamo fare noi? Non avere le mani rattrappite (Luca 6,6ss); entrare nella contemplazione (Rm 15,30, Col 4,12, Gn 32,23ss); bussare nella notte per ottenere il pane (Luca 11,5); pregare con insistenza per ricevere lo Spirito (Luca 11,9ss). Perché, lo sappiamo: nelle cose spirituali è necessaria la lotta.

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