28 agosto 2022 – XXII domenica del Tempo Ordinario

Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato (Lc 14,11)

Le letture odierne trasmettono un prezioso insegnamento sull’umiltà, atteggiamento che, almeno agli occhi del mondo, non gode di grandissima stima. L’umile infatti, secondo i criteri della mondanità, spesso è ritenuto un perdente e, in quanto tale, viene relegato ai margini della società.

L’insegnamento di Gesù oggi va in due direzioni: non pretendere posti, cioè non assumere di fronte a Dio e agli altri l’atteggiamento del superbo che vede e apprezza solo se stesso, ed essere generosi e disinteressati. Queste due indicazioni sono anche le due migliori medicine per vincere l’orgoglio e la superbia. Esse ci consentono una vita migliore, più serena davanti a Dio e al prossimo. In questo modo possiamo avere accesso al mistero di Dio, che è una Persona da seguire e da imitare: Gesù. Imparare da Lui “mite e umile di cuore”, vuol dire conoscere e vivere il mistero di Dio, entrare nella sua vita e contribuire a rendere migliore la nostra e quella del mondo.

Capiamo che non si tratta di norme di galateo o di tatticismi. Ci viene fatto conoscere il pensiero e lo stile di Gesù, che valuta in modo opposto al nostro. Egli ha scelto l’ultimo posto, si è fatto servo di tutti, si è umiliato. Suoi amici sono quanti fanno altrettanto! Il cristiano che lo ama e lo segue, lo cerca lì. Dio ama l’uomo, ciascuno, com’è, cioè “humus”, terra, e lo innalza alla sua gloria. Come ha fatto con Maria“ha guardato l’umiltà della sua serva” e “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Per questo “d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.

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